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Dott. Paolo Broido, laurato in medicina e chirurgia nel 1990,  perfezionato in terapia funzionale delle disgnazie presso l'università degli studi di Pavia e in presidi terapeutici per un ottimale risultato ortognatodontico presso l'università degli studi di Milano. Diploma di medico-dentista presso la confederazione svizzera in data 2011. Libero professionista a Luino (Varese). Socio fondatore dell'associazione "Aequabilitas, scienza e cultura del movimento". 
Abilitato alla tecnica ortodontica "invisalign" e "clear-step".
Perfezionato nelle tecniche laser assistite.


specialità

  • Pedodonzia 
  • Conservativa
  • Endodonzia
  • Igene e prevenzione dentale
  • Paradontologia
  • Ortodonzia
  • Implantologia
  • Posturologia
  • Protesi mobile e fissa
  • Odontoiatria sportiva


il luogo

Luino conserva molto del suo percorso storico, il borgo fatto di stradine che ricordano a tratti un paesino di pescatori o un villaggio alpino, ma conserva anche bei palazzi di epoca rinascimentale e barocca.
Da sempre è un centro attivo turisticamente e indistrialmente, grazie anche alla Stazione Internazionale su cui passano i treni da e per la Svizzera.
Ma Luino ha dato i natali anche a importanti letterati tra cui Piero Chiara e il Poeta Vittorio Sereni e sarà per questa vocazione letteraria che qui hanno soggiornato Hernest Hemingway, che cita Luino nel suo "Addio alla armi", e Aldo Fo che debuttò nel teatro all'inizio della sua carriera. Caratteristico è inoltre l'antico mercato del mercoledì, istituto dai Luinesi nel 1541, sotto Carlo V, e ancora oggi meta di visitatori italiani e stranieri.

Postura e apparato stomatognatico

La postura è una funzione particolarmente sviluppata nella specie umana, che per la sua condizione di bipede è stata costretta ad elaborare un sistema di controllo più sofisticato rispetto alle altre specie animali.
Il sistema tonico posturale ha il fine di mantenere l’equilibrio e di opporsi alla forza di gravità, sia in condizioni statiche che dinamiche., grazie a complessi meccanismi a feed-back ,è paragonabile ad un sistema cibernetico autoregolato e autoadattato; esso può squilibrarsi per cause svariate,innescando una serie di compensi e di adattamenti anche a distanza.
L’apparato stomatognatico,e’una unita’ anatomo-funzionale che svolge attivita’di masticazione
,digestione,respirazione,fonazione , deglutizione e di relazione, ma deve anche essere considerato come un”sistema sensoriale di controllo ed adattamento posturale”.
E’ un sistema molto complesso per la presenza di un’innervazione affidata a ben 5 nervi cranici: trigemino, facciale, accessorio del vago, ipoglosso e glossofaringeo ,nessun altro apparato presente nel nostro organismo ha un’innervazione così diversificata.
E’ ampiamente rappresentato nell’area di corteccia cerebrale(homunculus) riservata alla faccia ed alla lingua ,paragonabile, se non addirittura superiore a quella della rappresentazione della mano.;
L’apparato stomatognatico, inoltre,è il punto di unione tra le catene muscolari anteriori e quelle posteriori. La mandibola e la lingua sono inserite sulle catene muscolari anteriori tramite i muscoli sopra e sotto ioidei,inoltre l’osso ioide unisce la mandibola , con la parte posteriore del cranio e con lo sterno e la scapola.
Il mascellare superiore unito al cranio è inserito sulla catena posteriore tramite il trapezio e lo sternocleidomastoideo Infine i nuclei del trigemino si trovano lungo il tronco cerebrale e si estendono dal midollo cervicale fino al mesencefalo,in correlazione con altre formazioni implicate nel determinismo della postura, quali i nuclei dei nervi oculo-motori, il nucleo del nervo acessorio(XI nervo cranico), il talamo, l’ipotalamo, i collicoli, e con le vie lemniscali ed extra lemniscali.
Sebbene la ricerca scientifica e’ a tutt’oggi impegnata nella scoperta della correlazione tra sistema muscolo-scheletrico e funzione o disfunzione del sistema stomatognatico e viceversa,molti autori e ricercatori ne hanno descritto l’esistenza:Costen, nel 1934 aveva messo in relazione alcuni sintomi di pertinenza otorinolaringoiatrica con una funzione disturbata dell’articolazione temporomandibolare.. Nel 1942 Brodie metteva in correlazione il sistema stomatognatico con il rachide cervicale ed il cingolo scapolare
McCollum (1955) defini’ la gnatologia come:"..la scienza che tratta i meccanismi della biologia della masticazione
correlando l'anatomia, la fisiologia, la patologia e la terapia delle affezioni delle mascelle e denti e le relazioni vitali fra queste strutture ed il resto del corpo.
Nel'60 Robinson considerò le relazioni esistenti fra postura del capo e funzione dell'apparato stomatognatico, mediante una ricerca sull'attività elettrica dei muscoli masticatori, e la loro variazione in base al variare della posizione del capo. Da Cunha nel 1987 defini’ la “sindrome algico-posturale” con un quadro clinico,caratterizzato da sofferenza dell’apparato locomotore(patologie muscolo-tendinee, articolari ed ossee)considerando l’apparato dentale uno dei responsabili delle patplogie posturali discendenti.
Alla fine degli anni 90’ Gagey e Bricot ,fondatori delle piu’ importanti scuole di posturologia francese, legittimarono le correlazioni tra sistema stomatognatico e postura
La Commissione Scientifica Interdisciplinare per la valutazione dei Rapporti esistenti tra Occlusione Dentale e Postura (milano 2008)suggerisce che possono sussistere indicazioni per un trattamento, sia pure conservativo, in condizioni cliniche specifiche e ben definite.
L’ Istituto di Scienza dello Sport(coni) – Dipartimento di Fisiologia e Biomeccanica.(2008)Nell’ambito dei disordini cranio mandibolari l’occlusione, definita come “il rapporto sia statico che dinamico tra elementi di due arcate dentarie antagoniste”, viene considerata uno dei principali fattori eziologici delle sindromi algico-posturali:
Sono numerosi i lavori sperimentali pubblicati che mettono in relazione occlusione e postura( McNamara, Dale, Gelb, Hanson, Gagey, Delaire, Bricot, Tolu) e dalla revisione della letteratura scientifica molti autori conclusero che risulta evidente una correlazione tra disgnazie e modificazioni della postura corporea.
Alla luce di tutte queste considerazioni e’ sempre piu’ importante una attenta valutazione del sistema stomatognatico in tutte le sue principali componenti:articolazione temporo-mandiblare,muscolatura masticatorie ed occlusione dentale,questultima considerata sia nella sua fase statica e dinamica..
La valutazione di questi parametri specialistici dovrebbero essere inoltre di facile interpretazione ed oggettivazione da parte dei posturologi e di tutti gli specialististi della riabilitazione.

Occlusione dentale

Si definisce “occlusione” la relazione tra i denti di entrambe le arcate dentali quando sono in contatto funzionale definisce, inoltre, la posizione della mandibola in rapporto alla parte inferiore del cranio. E’ un fenomeno molto complesso e dibattuto in ambito scientifico. Alan Shore , uno dei grandi pionieri della moderna gnatologia (scienza medica che studia l’occlusione dentaria), ha contato nella dentatura dell’uomo 136 punti di contatto.
Nel solo primo molare inferiore sono state contati 21 piani inclinati. In passato, l’occlusione si definiva con aggettivi ogni volta diversi creando grande confusione. Per anni, la condizione di chiusura dentaria ideale era definita “occlusione centrica” definita come posizione fisiologica sana perchè facilmente rilevabile e riproducibile.
Recentemente si è iniziato a valutare l’occlusione non solo come una posizione statica ma anche dinamica del sistema masticatorio.
In seguito (Farrar) dimostrò che la relazione centrica non era affatto un principio di normalità fisiologica.
Si usarono altre definizioni per l’occlusione quali “miocentrica” (B. Jenkelson), “posizione muscolare di centro ”(Martignoni) ed altri: ”convenienza o comodo”, “abituale”, “terapeutica”, “fisiologica”. La ricerca scientifica e’ tuttora impegnata nella ricerca di una posizione scientificamente dimostrata.
Quello che è certo è che la forza muscolare che si scarica sulle arcate dentarie durante il contatto va da 10 fino a 80 Kg. Considerando che le arcate dentarie vanno a contatto durante la deglutizione dobbiamo moltiplicare questa cifra per i 1000, 1200 atti di deglutizione giornaliera.
Dobbiamo inoltre considerare che più del 40% della popolazione sviluppa dall’età evolutiva alla senescenza parafunzioni che portano a serramento e digrignamento notturno, determinando un sovraccarico occlusale generalizzato.
Questo è un fenomeno molto importante dal punto di vista del sistema neuro-muscolare, poiché influenza, oltre i distretti muscolari connessi alla motilità mandibolare (muscoli elevatori e abbassatori del pavimento della bocca ), anche i muscoli sottoioidei e del collo (anteriori e nucali), agendo in modo diretto sulla funzione dell’articolazione temporo mandibolare.
Inoltre, nuove evidenze cliniche e scientifiche che mettono in correlazione il sistema cranio-cervico-mandibolare con l’intero organismo, mostrano l’esigenza e l’importanza di una visione sempre più dettagliata e precisa delle relazioni dei contatti occlusali.
L’impiego delle metodiche classiche di registrazione e di identificazione di contatti occlusali, tramite cartine, cere, lacche e vernici di masticazione, non sono sufficientemente attendibili nel valutare la distribuzione dei carichi statici e tantomeno i movimenti dinamici.
Oggi, è possibile utilizzare una metodica computerizzata che permette l’analisi dell’occlusione in chiave statica e dinamica.
Il T-Scan III è un sofisticato sistema computerizzato di analisi dell’occlusione dentaria.
I contatti occlusali sono registrati in termini di forza e in ordine di tempo .
Il dispositivo è composto da un sensore spesso 60 micron, che risponde alla pressione diminuendo la resistenza elettrica tra fili conduttori di argento, incorporati in due fogli di poliestere contrapposti, inserito in un manipolo collegato con una porta USB a un software di un computer .
Il sensore invia le informazioni sul contatto occlusale e sulla forza al software, e misura la forza occlusale in incrementi di tempo di soli 0,002 secondi.
Il software elabora le informazioni ed è possibile visualizzarle istantaneamente in modalità 2D e 3D.
Il tracciato in modalità 2D è molto simile alla verifica occlusale tradizionale con cartine copiative, mostra il livello del contatto con scala colorimetrica.
Il tracciato 3D, mostra la differenza dei carichi a livello dei vari elementi dentali, tramite istogrammi ed è evidenziato in scala colorimetrica a seconda dei picchi di carico.
La tecnologia t-scan permette di valutare inoltre:
-Il totale del carico delle forze, relativo al paziente, sull’intera arcata in percentuale, sia per
settori destro (colore verde) e sinistro(colore rosso), o calcolato su ogni elemento dentale
-Il COF, o Centro di Forza, mostrato sia sui tracciati 2D come un piccolo quadratino rosso e bianco che è posizionato all’interno dell’arcata .
Il COF indica il baricentro dell’occlusione ed e' la posizione della somma dei momenti di forza antero-posteriore e medio-laterale dei contatti occlusali.
-il diagramma Forza/tempo che mostra come varia la forza in percentuale nel tempo sia in statica
sia in dinamica.
È possibile inoltre calcolare “il tempo di disclusione”, cioè quanto tempo impiega il sistema a spostarsi in avanzamento e in lateralità, molto utile per valutare, il trattamento delle disfunzioni muscolari.
L’apparecchiatura esamina l’equilibrio occlusale nello stesso modo in cui la pedana stabilometrica esamina l’equilibrio posturale generale. Entrambi registrano dei valori statici di carico ( posturometria e rapporti occlusali in MIC) e le oscillazioni del centro di gravità (gomitolo stabilometrico e traiettoria del COF).
A conclusione, tenuto conto anche delle osservazioni anatomiche, cliniche e sperimentali che depongono per l'esistenza di correlazioni morfo-funzionali e fisio-patologiche fra il distretto occluso cranio-mandibolare e il rachide, si evidenzia che l’analisi occlusale è il fulcro nevralgico di un approccio odontoiatrico, sia in fase diagnostica che terapeutica e, che necessita, di una visione sempre più dettagliata e precisa delle relazioni dentali, da affiancare alle metodiche cliniche e diagnostiche tradizionali. 

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